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Le macchine elettromeccaniche

In quell'epoca il Banco di Napoli disponeva di un "Centro meccanografico" e noi nuovi assunti, in attesa di frequentare i corsi di programmazione necessari, fummo inizialmente adibiti ad operare con quelle macchine.

All'ultimo piano dell'edificio della Direzione generale del Banco in Via Toledo a Napoli, c'era infatti un ampissimo salone nel quale trovavano posto decine di macchine elettromeccaniche che, con un rumore degno di una fabbrica, sfornavano un'infinità di tabulati contenenti i risultati di tutta la contabilità che era stato possibile meccanizzare.

Il resto del piano era utilizzato da svariati uffici, zeppi di impiegati che controllavano i tabulati e che proponevano le rettifiche necessarie.

Tutto si svolgeva con l'uso di schede perforate, le famose schede di cartoncino (grandi quanto una banconota da un dollaro) che nelle loro 80 colonne contenevano i dati da elaborare.

I dati venivano "perforati" sulle schede vergini a mezzo di apposite macchine perforatrici da speciali operatori che vi riportavono, secondo un tracciato prestabilito, i dati prelevati dai documenti che arrivavano via posta da tutte le filiali d'Italia.

Le schede venivano poi poste in grosse cassette di metallo (ciascuno delle quali ne poteva contenere 3000) e trasportate su appositi carrelli a ruote alle macchine selezionatrici per essere ordinate secondo i criteri previsti e poi così ordinate alle tabulatrici, macchine che provvedevano a produrre i tabulati con la lista dei dati e con gli eventuali totali necessari.

Sia le "selezionatrici" che le "tabulatrici" erano servite da un operatore che alimentava i pacchi di schede ponendoli in appositi scivoli in esse presenti e li prelevava poi dalle stazioni di raccolta per riporle nuovamente nei cassetti metallici che attendevano sui carrelli; un certo numero di commessi provvedevano a far circolare i carrelli tra le varie macchine a seconda delle necessità.

Le schede venivano "lette" per mezzo di "spazzolini" metallici una colonna alla volta nelle selezionatrici e tutte insieme nelle tabulatrici; gli spazzolini al passaggio delle schede sopra un rullo metallico rilevavano i fori interpretandoli come numeri o le lettere.

Le macchine perforatrici e le selezionatrici non disponevano di alcuna possibilità logica, le tabulatrici invece erano dotate di una logica che veniva impostata utilizzando il cosiddetto pannello. 

 

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