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Il nuovo mondo informatico (1988)

Questo è uno dei tanti documenti che esponevano il mio pensiero relativamente alla evoluzione futura dell'intera architettura informatica del Banco; come si vede, già verso la fine degli anni '80 ero perfettamente convinto che l'avvento del Personal Computer dovesse fortemente influenzare l'informatica delle grandi aziende. 


IL NUOVO MONDO INFORMATICO

L'attuale scenario informatico

Siamo in un momento di transizione, si sta passando dalla prima alla seconda generazione informatica. E' questo un cambiamento non solo dell'hardware e del software, ma anche della popolazione degli utenti dell'informatica che in questi ultimi anni è stata fortemente sollecitata dalla penetrazione dei computere fin dentro le proprie case.

Un ruolo importante in questa transizione lo ha avuto il Personal Computer ed in particolare quello IBM LIKE che ha segnato una tappa importante, non solo come apparecchiatura acquistabile da più di un costruttore, ma anche per essere dotato di un software di base unico che ha travalicato la frontiera dei costruttori di hardware. Si parla infatti ormai, e per ora solo a livello dei microcomputers, di software INDUSTRY STANDARD in contrapposizione a quello PROPRIETARY.

Le Software House, spinte dallo spaventoso parco di macchine installate ed installabili, hanno prodotto ed immesso sul mercato software sofisticatissimi. Sono nate tecniche nuove nella comunicazione uomo-macchina. Si parla oggi di paradigma WIMP (Windows, Icons, Mouse, Pop-up menus), di WYSIWYG (What You See Is What You Get) e di Query By Example. Tutte queste tecniche hanno avvicinato moltissimo la macchina all'uomo provvedendo a farlo proprio nel punto a lui più vicino, cioè nella WORKSTATION. Si è risusciti senza neanche seguire degli standard imposti, che in questo caso mi sentirei addirittura di definire controproducenti, a fare in modo che le applicazioni siano dotate della capacità di farsi intendere senza alcun bisogno di istruire chi le dovrà usare. (Si badi bene ho detto applicazioni e non macchina, in quanto la macchina è quella universale, e di essa bisogna conoscere solo la tastiera e il video).

Vorrei far osservare che per far si che due uomini dall'idioma diverso possano intendersi, si può scegliere tra due alternative: far frequentare un corso di lingue ad uno dei due o provare a farli comunicare a mezzo di gesti e di esempi. Il secondo metodo, più immediato e meno noioso è tanto più valido quanto più alta è la capacità di mimica di almeno uno dei due. Non solo i due si capiranno da subito, ma col tempo ciascuno imparerà un pò più della "lingua" dell'altro.

E' questo ormai il metodo seguito dai software della workstation per il colloquio con l'utente alla tastiera, ed è molto di più dei famigerati linguaggi di quarta generazione. Tutto quello che sta dietro è ancora informatica più tradizionale e rimane terreno di relativamente pochi specialisti, sempre meno interessati ai problemi.

Un altro grosso cambiamento, anch'esso legato alla nascita del PC, è la disponibilità di apparecchiature intelligenti dotate di notevoli capacità elaborative a tutti i livelli e cioè dai mainframe fino alle stazioni di lavoro. La workstation intelligente (cosiddetta PC BASED) è destinata a sostituire ogni terminale stupido e questo cambiamento è contrastato solo da qualche produttore di hardware che lo ostacola o lo rende difficile per proteggersi da un'apertura verso altri mondi che gli potrebbe essere non troppo gradita.

 
 

La strategia da perseguire

Nel passato la progettazione di una struttura informatica iniziava con la scelta del calcolatore centrale, si passava poi a decidere sui terminali da usare ed infine si pensava alle linee più adatte per collegarli all'elaboratore centrale.

Oggi, a mio avviso, si deve prima di ogni altra cosa decidere sulla rete comunicativa che costituisce l'ossatura indispensabile; essa deve essere universale in quanto deve consentire l'accesso a qualunque apparecchiatura capace di comunicare. Bisogna considerare infatti che la rete dovrà trasportare non solo i dati della propria azienda, ma che in tempi neanche molto lunghi, l'intero mondo esterno desidererà scambiare dati con chiunque, e ciascuno vorrà farlo con le apparecchiature che ha e non sarà certo disposto ad usare macchine e modi diversi a seconda del partner da collegare.

Seconda per importanza è poi l'apparecchiatura periferica, quella usata dall'utente finale (l'ex terminale). E' ormai ciò che viene chiamata Workstation ed è l'evoluzione del Personal Computer. Deve essere dotata di una notevole potenza elaborativa (qualche MIPS), deve avere una memoria centrale espandibile praticamente senza limiti, deve essere dotata di hard disk, stampante, video a colori con grafica di elevata definizione e deve disporre di Mouse. Deve essere gestita da software di base Industry Standard e ovviamente deve essere collegata alla rete comunicativa.

Ultimi da scegliere sono gli elaboratori centrali, eventualmente dipartimentali. Essi devono essere capaci di comunicare con tutti anche a livello paritetico. La loro potenza e configurazione dipenderà dal compito assegnato e dalla quantità di dati da gestire.

Ma non molti avranno la fortuna di cominciare solo oggi l'informatizzazione dell'azienda per cui i più dovranno cercare di adeguare gradatamente le proprie apparecchiature, i propri software e la propria rete di comunicazione per riuscire a far fronte alle nuove esigenze. 

Una volta accertato che l'hardware del mondo informatico è ormai costituito solo da computers, è naturale pensare che anche se diversi per potenza, essi debbano comunicare tra loro su un piano di parità. In altre parole la struttura gerarchica (quella centro-di-calcolo/terminale) è ormai completamente superata.

Ciascun componente dell'insieme deve poter connettere una qualunque altra controparte, senza dipendere da alcuno e servendosi quando necessario di supporti software che possono essere di volta in volta presenti in hardware diversi 

Ogni macchina deve poter essere SERVER di un'altra, indipendentemente dalla posizione che occupa nella scala delle potenze. La vecchia situazione del rapporto gerarchico host-centrale/terminale deve realizzarsi solo come caso particolare quando ciò è richiesto dall'applicazione e non deve limitare comunque la funzionalità paritetica della workstation interessata.

I computers piccoli o grandi e dovunque installati dovranno essere sempre più degli INFORMATION HANDLER ad uso sempre più diretto degli utenti. La possibilità di comunicazione a tutti i livelli dovrà consentire di accedere ai dati da maneggiare dovunque essi siano residenti.

La connessione tra i computers del sistema dovrà consentire sia il colloquio interattivo paritetico che il trasferimento di insiemi di dati tra i partners.

 

Conclusioni

Quanto esposto dovrebbe servire da guida nella determinazione degli obiettivi da porsi per i prossimi anni, obiettivi che sarebbe bene comunicare ufficialmente a tutti i nostri abituali fornitori, invitandoli nelle loro proposte a rispettarli senza condizioni.

Per il Banco è particolarmente importante e delicata la progettazione e la realizzazione della rete comunicativa che, come affermato prima, costituisce l'ossatura su cui poggiare ogni altra apparecchiatura informatica.

Mentre l'eventuale nuovo hardware dovrà e potrà essere scelto in modo da non essere incompatibile con gli sviluppi previsti, l'architettura dell'insieme non deve porre vincolo alcuno alle esigenze individuate sia presenti che future.

A volte bisognerà purtroppo contrastare le azioni fuorvianti dei fornitori, tesa spesso al raggiungimento di obiettivi che non sempre sono in linea con quanto è di nostro interesse.

E' infine estremamente importante seguire da vicino tutto quanto si va evolvendo in quest'ambito ed in particolare nel campo delle telecomunicazioni e degli standard internazionali. E' necessario che il know-how si sviluppi all'interno del Banco e sarebbe auspicabile che non si lesinasse affatto sulle risorse da dedicare a questo lavoro.

FRANCO FELLICO'

Napoli 2 luglio 1988



Altri documenti:

il calcolatore elettronico (1969) 
il decalogo del programmatore (1983) 
migliorare se stessi (1988) 
metamorfosi di un PC (1988) 
l'architettura 80386 (1989) 
il direttore generale al CED (1990) 
il futuro dei computers (1996) 

 

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