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Migliorare se stessi (1988)

Erano anni che programmavo, ed ormai non ero più solo visto che i PC erano diventati una importante realtà che si diffondeva a macchia d'olio. Questo mio scritto si rivolgeva in particolare ai nuovi utilizzatori dei computers ai quali mi piacque far notare come l'uso di questo genere di macchine poteva anche servire a migliorare la propria personalità.


MIGLIORARE SE STESSI

Programmare un computer significa insegnargli un lavoro utilizzando un linguaggio che lui intende.

Per farlo occorre esprimersi in modo semplice, senza mezzi termini, senza fronzoli, con logica stretta e senza contraddizioni. Bisogna essere completi, considerare ogni particolare e non dimenticare le eccezioni. Non bisogna lasciare mai nulla affidato al caso.

Dal canto suo il computer è ubbidiente, preciso e scrupoloso, esegue senza discutere ogni ordine ricevuto e non vi aggiunge nulla di suo. Non ammette istruzioni ambigue, commette errori solo se costretto a farli e dimostra con fare pacato e senza livore alcuno che ogni errore commesso deriva da una dimenticanza o da una inesattezza di chi lo ha programmato.

Chi programma si abitua ben presto a riconoscere che LUI ha sempre ragione. Ha ragione anche quando sbaglia, perchè se sbaglia vuol dire che lo si è fatto sbagliare.

Accade allora, come è naturale, che chi per anni ha a che fare con un simile partner, da una parte comincia ad adeguarsi al modo di lavorare da lui imposto, mentre dall'altro tende ad imitarlo, assumendo un atteggiamento simile nei confronti dei propri interlocutori.

Si osserva allora che chi programma da un certo tempo:

  • Riconosce senza discussioni i propri errori purchè chiaramente documentati.
  • E' sempre disponibile a riaffrontare i problemi anche da capo pur di raggiungere gli obiettivi prefissati.
  • Acquista la capacità di andare rapidamente al nocciolo del problema.
  • Ragiona applicando sempre una logica stretta.
  • Non fa mai affermazioni ambigue.
  • Non è prolisso nè ricercato, ma semplice e conciso.
  • Non è borioso ma pacato, specie quando deve illustrare agli altri gli errori rilevati.
  • Difficilmente cade in contraddizioni.
  • Esige dagli interlocutori informazioni precise ed inequivocabili.
  • Esegue gli ordini minuziosamente e senza alterarli.

Simili qualità sono certamente apprezzabili in un uomo, e se il computer è capace di infonderle e ravvivarle, vuol dire che lo si può considerare certamente un buon maestro di vita.

Perchè dunque non imparare a parlare con i computer? Come è ormai noto i calcolatori aumentano a vista d'occhio ed ogni individuo finirà per trovare utile usarli. Per la forte richiesta di programmi, nel futuro potrebbe essere sempre meno economico e piu' difficile farseli scrivere, così come oggi non è più pensabile nè comodo di avere tutti un autista, così come ormai da tempo scriviamo tutti da soli e non ci rivolgiamo più allo scrivano.

Chi programmerà il proprio computer, specie se avrà iniziato da giovane, non si sentirà limitato nè dipendente da altri ed in più migliorerà la propria personalità.

Per concludere vorrei notare che questa meravigliosa invenzione del nostro tempo, diversamente dalle altre, quali l'automobile, l'aereo ed altre al pari importanti, si differenzia da tutte, perchè oltre ad essere uno strumento che come gli altri aiuta l'uomo nel suo lavoro, è ecologico in quanto non inquina e consuma pochissima energia, costa poco all'acquisto e quasi niente per l'uso ed infine ha il pregio di contribuire ad affinare le capacità intellettive almeno di coloro che decidono di usarlo direttamente. 

 
FRANCO FELLICO'

 



Altri documenti:

il calcolatore elettronico (1969) 
il decalogo del programmatore (1983) 
metamorfosi di un PC (1988) 
il nuovo mondo informatico (1988) 
l'architettura 80386 (1989) 
il direttore generale al CED (1990) 
il futuro dei computers (1996) 

 

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