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Il decalogo del programmatore (1983)

Poichè in quell'anno mi ero adoperato molto nell'istruire i nuovi programmatori assunti, decisi di distribuire loro un "vademecum" che chiamai Decalogo. In esso si parla spesso di diagramma a blocchi che allora era considerato il più valido strumento per la progettazione di un programma.


IL DECALOGO DEL PROGRAMMATORE

  • Concentrarsi e capire bene quale è l'obiettivo da raggiungere. Non iniziare subito il diagramma a blocchi.
  • Stabilire quali sono i problemi e immaginare il programma depurato da ciò che è considerato tale.
  • Esaminare come ogni singolo problema possa essere risolto separatamente. Cercare di risolverli in maniera "umana".
  • Iniziare il diagramma a blocchi ponendosi l'obiettivo di gestire il fatto fondamentale senza tener conto di fatti che si sono considerati isolabili.
  • Scartare le soluzioni con troppe ramificazioni. In genere le ramificazioni tendono a risolvere casi particolari. Bisogna tentare di riportarsi quanto più possibile ad un unico caso generale.
  • Non parallelizzare, cioè non gestire tutti i fatti parallelamente. Attribuire invece ad ogni parte del programma un compito ben preciso e ricordarsi che ci si è riusciti solo quando ci si sente in grado di poterli illustrare a voce ad un eventuale collega che ascolti.
  • Riconoscere le ripetizioni ed isolarle per poterle richiamare quando necessario.
  • Centralizzare per quanto possibile L'I/O.
  • Evitare per quanto possibile l'uso di switches.
  • Avere il coraggio di rifare anche tutto il diagramma a blocchi alla prima idea migliore.
FRANCO FELLICO'


Altri documenti:

il calcolatore elettronico (1969) 
migliorare se stessi (1988) 
metamorfosi di un PC (1988) 
il nuovo mondo informatico (1988) 
l'architettura 80386 (1989) 
il direttore generale al CED (1990) 
il futuro dei computers (1996)

 

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