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Il PC IBM (1982)

 

In quell'anno la IBM, visto il dilagare delle nuove macchinette, prese la decisione di mettere il suo nome su una di quelle. Fu un fatto storico che fece capire a tutti quanto seria fosse la nuova era, visto che perfino il colosso IBM aveva deciso di entrare a far parte dei produttori di microcomputer.

Ovviamente, con la veemenza e l'autorità che le apparteneva, la IBM decise anche di ribattezzare la nuova macchina, il termine microcomputer scomparve infatti rapidamente e fu sostituito dal più pomposo nome Personal Computer che fu subito abbreviato in PC.

In quell'occasione la IBM fece tre scelte anch'esse storiche: la prima fu quella di utilizzare per la codifica dei caratteri l'ASCII, abbandonando per quelle macchine il suo tradizionale EBCDIC; la seconda di utilizzare per la costruzione dei Personal comuni prodotti dell'elettronica disponibili sul mercato e non chip e dispositivi prodotti esclusivamente nei suoi laboratori, come faceva e fa ancora oggi per i suoi mainframe e minicomputer; la terza di rendere completamente aperto il progetto, pubblicando tutte le caratteristiche del proprio PC in modo tale che chiunque altro produttore avrebbe potuto realizzarne altri simili con le parti componenti intercambiabili.

L'IBM scelse il processore (l'8088 dell'Intel) e il sistema operativo (l'MS DOS della Microsoft producendone una versione leggermente diversa ribattezzata PC DOS) e fece nascere così quello che col nome di Personal Computer è ancora oggi il principale protagonista della microinformatica.

Contemporaneamente nacquero i compatibili IBM o anche "cloni" e cioè una miriade di macchine con le stesse caratteristiche di base del PC IBM, ma prodotte da un'infinità di costruttori diversi; anzi cosa ancora più interessante, un'infinità di produttori di hardware iniziò a produrre soltanto parti staccate per il compatibile IBM, cosicchè moltissimi ebbero la possibilità di assemblare PC utilizzando parti prodotte da costruttori diversi per realizzare macchine standard ma con caratteristiche adeguate alle necessità del particolare utilizzatore.

Non tutti i responsabili della IBM dovettero condividere le scelte fatte ed in particolare la scelta di aver voluto creare una macchina "aperta", tanto è vero che dopo qualche anno su questo punto la IBM fece "macchina indietro" e tentò di distruggere il PC facendolo sostituire dal PS/2 (Personal System 2) il cui slogan era proprio quello di essere una macchina esclusivamente IBM, realizzata con progetto proprietario e pertanto non più "clonabile"; in particolare il BUS della macchina (il microchannel) non consentiva di collegarvi schede se non appositamente progettate, che naturalmente potevano essere realizzate solo da IBM.

Per fortuna questa manovra non riuscì e forse la stessa IBM dovette pentirsi di averla tentata; il PS/2 non sfondò come sperato, i costruttori di "compatibili alla vecchia maniera" continuarono ad adottare il vecchio BUS AT (inventato e reso pubblico da IBM con il PC) e vendettero forse anche più macchine di prima, perchè buona parte del mondo non volendo accettare l'imposizione IBM che ormai vendeva soltanto PS/2, preferì acquistare da quei costruttori che avevano continuato sulla strada del prodotto aperto. La scelta del mercato fu così chiara ed inequivocabile che la IBM fu costretta a ricominciare a costruire anche i PC col BUS AT, riproponendosi nuovamente anche come fornitore di macchine aperte.

Pian piano il mercato aperto prese il sopravvento sulla IBM e provvide anche a sostituitre il BUS con uno di migliore qualità e velocità (il PCI), ma lo fece con gradualità e lasciando la possibilità agli utenti di utilizzare sia schede adatte al vecchio BUS che al nuovo, cosa che fu accettato di buon grado senza provocare alcun trauma.

Come è noto ancora oggi la vendita di macchine assemblate con parti staccate diverse, è uno dei modi più comuni per fornire PC al mercato; il sistema consente ad ogni nuovo utente di farsi preparare la macchina "su misura" nel senso che può adattarla al meglio alle proprie necessità; inoltre una macchina preparata in questa maniera è più adatta delle altre ad essere modificata con qualche sostituzione di parte al momento in cui sorgesse un'esigenza diversa.

Io sono particolarmente incline all'acquisto di macchine assemblate, tutte le mie apparecchiature sono state infatti da me stesso costruite utilizzando parti staccate; fin dagli inizi dell'era della microinformatica ho agito in questo modo e il documento "metamorfosi di un PC" che è disponibile in questo sito, ne è una prova.

Pc ibm 

Le caratteristiche del primo PC IBM (1982)

Il primo PC IBM era una macchina con CPU 8088 a 6 Mhz; aveva 64 Kb di RAM espandibili fino a 256Kb, era dotato di due floppy disk da 5 e 1/4 pollici a singola faccia registrabile con capacità di soli 160 Kb; la tastiera aveva 84 tasti; il monitor era un monocromatico a fosfori verdi (con una persistenza leggermente alta) che poteva esporre 25 righe da 80 caratteri (questa era una novità in quanto i monitor dei microcomputer che lo avevano preceduto erano a 24 righe e cioè come i terminali dei minicomputer); il PC disponeva di una porta parallela e di una seriale e anche di una porta alla quale poteva essere collegato un comune registratore a cassette. Il sistema operativo era il PC DOS (versione 1.1)

Dopo solo qualche mese dalla nascita del primo PC la IBM comiciò a montare floppy a doppia faccia con una capacità di 360 Kb e a fornire i PC di una memoria di 256 Kb estendibile a 640Kb. Il sistema operativo passò in quell'occasione al 2.0.