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Il 360 IBM. Le periferiche.

Buona parte delle periferiche del 360 erano nuove, in particolare erano state riprogettate le periferiche veloci cioè i nastri, in più erano apparsi i primi dischi magnetici; come periferiche lente (stampatrici e lettori/perforatori di schede) venivano usate invece quelle già esistenti ed utilizzate nel 1401.

I nastri, data la comparsa del byte, non erano più a sette piste ma a nove piste e scrivevano ogni byte direttamente nel codice EBCDIC con l'aggiunta di un bit di parità usato per controllo; l'HRC (Horizontal Redundancy Bit) fu sostituito dal CRC (Cycle Redundancy Check) sistema di controllo longitudinale molto più sicuro; era comunque possibile collegare ai canali del 360 anche le vecchie unità a sette piste per consentire agli utenti provenienti dal 7070 e 1401 di leggere e scrivere anche i nastri prodotti da quelle macchine.

I dischi magnetici furono una novità assoluta e ciò anche se verso la fine della vita dei calcolatori della seconda generazione era apparso un disco (chiamato RAMAC) che aveva come unico mezzo di accesso una sola testina molto simile a quella dei Juke Box di allora. 

Le prime unità a dischi presentate con il 360 furono i 2311; grandi esattamente come una grossa lavatrice, avevano la parte superiore apribile per consentire il montaggio e lo smontaggio dei cosiddetti DiskPack che erano rimuovibili; ogni DiskPack era costituito da una decina di piatti dotati di superficie magnetizzabile e di un meccanismo di accesso a "pettine" con tante testine quante erano le facce registrabili; il meccanismo era capace di spostarsi radialmente verso l'interno dei piatti per raggiungere le piste volute; la quantità complessiva di dati registrabile su un DiskPack era appena 7,5 Mbytes, ma per quei tempi, quando la memoria centrale arrivava a stento a 512Kb, quelle erano dimensione ragguardevoli.