Valutazione attuale:  / 0
ScarsoOttimo 

Le periferiche

 

Anche la descrizione delle periferiche più importanti è degno di nota, infatti malgrado la loro evoluzione negli anni successivi è stata notevole, è altrettanto vero che già quelle degli anni 60 avevano delle caratteristiche interessanti.

 

Nastri magnetici

Le unità a nastro collegabili al 7070 e al 1401 erano dello stesso tipo, utilizzavano bobine di nastro magnetico da 1/2 pollice e scrivevano i caratteri su sette piste ad una densità di 600 bit per pollice.

Tra ogni record fisico e il successivo veniva lasciato un "gap" di 2/3 di pollice per cui per risparmiare spazio e per velocizzare la lettura/scrittura si utilizzavano records fisici contenenti gruppi di records logici.

I nastri scrivevano i dati in un codice proprietario della IBM chiamato BCD (Binary Coded Decimal) che utilizzava 6 bits per rappresentare numeri, lettere o caratteri speciali; ad ogni carattere era poi aggiunto automaticamente un settimo bit a nome VRC (Vertical Redundancy Check) che doveva servire per motivo di controllo a rendere sempre pari il numero di bit di ogni carattere; al termine di ogni record fisico veniva generato sempre per controllo un ultimo carattere chiamato HRC (Horizontal Redundancy Check) costituito dai sette bit che orizzontalmente rendevano pari ciascuna pista dell'intero record fisico; il controllo del VRC e HRC consentiva all'hardware di rilevare eventuali errori di lettura; l'errore di scrittura veniva invece rilevato perchè dietro la testina di scrittura ve ne era una di lettura che provvedeva a leggere il record appena scritto e a confrontarlo con i dati ancora in memoria.

Il meccanismo per il movimento dell'unità nastro era molto sofisticato; la bobina piena veniva inserita verticalmente sul supporto di sinistra e quella di raccolta sul supporto di destra; entrambi i supporti erano dotati di "stepper motor" indipendenti, che ricevendo gli impusi opportuni, provvedevano a farle girare nel senso voluto; il nastro veniva fatto passare sopra le testine di lettura e scrittura, ma prima e dopo veniva fatto scendere con un'ansa in due colonne in cui era sempre presente una depressione; un terzo stepper motor comandava lo spostamento orizzontale del nastro per leggere o scrivere (il movimento era a scatti in quanto il nastro era trascinato da un gap al successivo per la durata di un record), questo movimento provocava la riduzione dell'ansa di sinistra e l'aumento dell'ansa di destra; in maniera completamente asincrona quando una delle anse era arrivata al di sopra di un forellino che segnava il limite superiore, il motore della bobina relativa veniva comandato a cedere un pò di nastro per compensare quello che era venuto a mancare nella colonna, viceversa quando un'ansa superava il limite inferiore segnalato da altro forellino, la bobina corrispondente veniva comandata ad avvolgersi fino a riportare l'ansa all'interno dei due forellini riprendendosi così il nastro in eccesso; le due anse nelle colonne costituivano un ottimo ammortizzatore che evitava ogni possibile stiramento del nastro durante il suo trascinamento a scatti sotto le testine.

Il riavvolgimento del nastro, se la quantità di nastro da riavvolgere superava una certa entità, avveniva in due maniere diverse: la prima parte del riavvolgimento veniva fatta ad alta velocità e per realizzare questa modalità l'unità apriva la testina di lettura/scrittura, tirava completamente fuori il nastro dalle colonne pneumatiche riducendo le anse a zero e procedeva al riavvolgimento; poi raggiunto un certo punto, si fermava, ricreava le anse nelle colonne pneumatiche, richiudeva la testina di lettura/scrittura e effettuava il resto del riavvolgimento a velocità più bassa .

Poichè il codice utilizzato su nastro era diverso da quello del 7070, ovviamente quest'ultimo al momento della scrittura provvedeva alla necessaria trasformazione, ma c'era un altro problema da risolvere: ricorderete che le words del 7070 potevano contenere dati numerici o alfabetici e che in quest'ultimo caso la word aveva il segno alpha; allora quando un blocco di memoria veniva scritto su nastro, il canale esaminava le varie word che doveva scrivere e tutte le volte che c'era un passaggio da word numerica ad alfanumerica e viceversa inseriva un carattere speciale (chiamato DELTA) che avvisava del cambiamento; all'inizio della scrittura del record fisico si assumeva di essere in stato alfabetico per cui se si scriveva un blocco di tutti dati numerici esso iniziava con la scrittura su nastro di un carattere DELTA che voleva indicare passaggio da lettere a numeri; scrivendo invece ad esempio un blocco costituito da tre word alfabetiche, due numeriche e cinque alfabetiche, venivano scritti su nastro prima 15 carattere alfabetici (quelli provenienti dalle quindici coppie di cifre presenti nelle prime tre word), poi un DELTA che indicava un passaggio da lettere a numeri, poi 20 caratteri numerici (quelli provenienti dalle due word numeriche), poi un nuovo DELTA che indicava questa volta un passaggio da numeri a lettere ed infine 25 caratteri alfabetici provenienti dalle 25 coppie di cifre presenti nelle cinque word finali; in più nel caso di word numeriche la cifra delle unità conteneva anche l'informazione segno; naturalmente servendosi dei caratteri DELTA in caso di lettura il canale era in grado di capire quando doveva portare in memora cifre singole con segno poisitivo o negativo e quando trattandosi di lettere doveva ottenere da ogni carattere presente su nastro, una coppia di cifre da porre in una word con segno alpha.

Curiosità 
Come detto prima, i nastri magnetici utilizzati avevano una larghezza di 1/2 pollice che era esattamente il doppio di quelli dei registratori audio a bobine che si usavano negli anni 60. Uno dei miei colleghi aveva allora fabbricato un piccolo attrezzo di metallo largo appunto mezzo pollice, al centro del quale aveva fissata una lametta da barba; l'amico montava un nastro e lo faceva andare avanti per un pò, poi montava l'attrezzino bloccandolo opportunamente accanto alle testine dell'unità e avviava il riavvolgimento lento; la lametta tagliava longitudinalmente il nastro e il collega otteneva in quel modo due pezzi di nastro magnetico da 1/4 di pollice che funzionava benissimo sui nostri registratori audio !!!

 

Stampatrici (la 1403)

Questa stampatrice era collegata al 1401; si trattava di una stampante per righe di massimo 132 colonne; il meccanismo di stampa era costituito da una catena di stampa sulla quale erano presenti e ripetuti varie volte, tutti i caratteri alfabetici, numerici e speciali stampabili; la velocità di stampa era di 600 righe al minuto.

La catena era posta orizzontalmente con i caratteri di fronte alla carta dei moduli che erano trascinati verticalmente utilizzando i fori laterali; tra la catena e la carta vi era un nastro inchiostratore largo quanto tutta la larghezza del modulo; la catena girava sempre e molto velocemente e dietro i suoi caratteri vi erano 132 martelletti, uno per ciascuna colonna di stampa; quando il computer inviava una riga a questa unità, la sua logica cablata attivava i martelletti relativi alle varie colonne esattamente quando il primo dei caratteri corrispondente a quello che si doveva stampare si trovava a passare davanti al martelletto di quella colonna di stampa; questo modo di funzionare faceva sì che i caratteri di una riga fossero stampati in un ordine che dipendeva sia dai caratteri da stampare e sia dalla sequenza con cui i caratteri erano disposti sulla catena.

La catena era smontabile, sia per motivi di manutenzione, sia perchè era possibile sostituirla con una che conteneva soltanto numeri e segni di interpunzione; questa catena, ovviamente utilizzabile solo per tabulati che contenessero solo dati numerici, aveva i pochi caratteri da stampare ripetuti molte più volte sull'intero suo sviluppo, il che rendeva la stampatrice molto più veloce (circa il doppio) poichè il tempo medio di attesa perchè il carattere necessario arrivasse davanti al martelletto di ciascuna colonna, si riduceva.

Curiosità
Il rumore prodotto da questa stampante era quasi un suono che poteva assumere toni gravi o più alti a seconda di come si combinava la distribuzione delle battute dei martelletti; ebbene c'era stato un paziente e sofisticato programmatore che dopo aver studiato la disposizione dei caratteri sulla catena, aveva preparato un programma che stampava una serie di righe con caratteri di nessun senso, ma che erano stati scelti in maniera tale da far suonare alla stampante una nota musichetta dell'epoca!!!