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Le prove dei programmi.

Nell'estate del 1961 tutto l'ufficio programmazione si trasferì a Roma portando con sè un prezioso carico: erano molte diecine di migliaia di schede perforate contenenti un gran numero di programmi che dovevano essere assemblati per la prima volta e successivamente provati.

Come ho già detto, il contratto con la IBM prevedeva per noi un certo numero di ore di prove da effettuarsi utilizzando la macchina di altro cliente IBM.

L'unica macchina arrivata in Italia appena prima della nostra apparteneva all'Alitalia che l'aveva fatta installare in un bellissimo locale nella zona dei Parioli; le nostre prove dunque non potevano che essere fatte su quella macchina, ma poichè l'Alitalia ce la poteva cedere solo di notte, per circa una diecina di giorni noi programmatori del Banco dovemmo lavorare per l'intera notte scambiando il giorno con la notte.

Le prove si susseguivano a ritmo serrato; appena un collega ..incappava in un "program check", veniva immediatamente mandato a studiare il suo problema, e la console di comando del 7070 veniva presa d'assalto da un altro di noi.

Il tempo a disposizione era estremamente ridotto e ricordo che uno dei miei colleghi, che aveva previsto di far stampare dalla console alcuni messaggi, fu invitato dal nostro capo ad eliminarli per guadagnare un pò di tempo !!! Io invece, partendo dall'enorme costo di noleggio di quel computer e conoscendo il tempo che la console impiegava per stampare un carattere, determinai che ogni battuta della console costava al Banco 6 lire (del 1970) !!!

Al termine della ..maratona, tornammo a Napoli con tutti i programmi assemblati e funzionanti, ma non era finita perchè qualche giorno dopo dovemmo partire per Milano dove ci attendeva un 1401 (che la IBM aveva in Via Meravigli) sul quale fare l'analogo lavoro di test per i programmi di quell'altra macchina.

Per il 1401 le prove si facevano fortunatamente di giorno, perchè la macchina era della IBM di Milano che l'aveva installata appunto per consentire le prove a tutti i suoi clienti italiani.

Il tempo a disposizione anche in quel caso era molto ridotto, provavamo a rotazione in tanti, insieme anche ad altri clienti della IBM; il tempo per ogni prova era fissato in soli due minuti primi, e ricordo che un mio collega controllava il tempo con un cronometro e quando arrivava il suo turno, se quello che lo precedeva si attardava solo per qualche secondo, con un salto si avvicinava alla macchina e premeva il tasto di RESET costringendo il programmatore ritardatario a cedergli subito il posto.

 

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